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Digital Compact Cassette
Il nome dice già tutto.
Prendete una cassetta, registrateci sopra un segnale digitale.... et voilà la DCC!
In realtà la cosa è un po più articolata, ma davvero questo formato venne proposto come il successore della classica cassetta analogica, grazie anche alla compatibilità (solo in lettura) dei nuovi registratori con le vecchie cassette.
A progettare il tutto sempre Philips, con la non marginale "complicità" di Matsushita (Panasonic-Technics-National)
A differenza di quanto avvenuto per i formati più anziani l'iperbole della DCC me la sono vissuta giorno per giorno, dai primi annunci, nell'estate del 1991, ai saldi per gli ultimi apparecchi invenduti nei negozi di hifi, sei o sette anni dopo.
Un flop?
Commercialmente si, ma con interessanti risvolti tecnici.
Nella DCC (e nel minidisc) ci sono infatti concrete applicazioni della compressione digitale del segnale musicale, in quel caso chiamata "PASC". Un po gli antenati del'MP3 insomma. Per l'occasione si dovettero inoltre sviluppare delle particolari testine "magneto-resistive" in seguito utilizzate da technics su alcune piastre a cassetta, costituendo di fatto l'ultimo progresso di quel formato.
I registratori DCC che sono stati venduti sono tutti figli delle due grandi aziende, in qualche caso semplici "rimarchiature" del medesimo apparecchio.
Nei negozi italiani i più diffusi furono i Philips, i Marantz (all'epoca il marchio era parte del grupppo Philips), Technics, e Grundig.
Altri costruttori aderirono al consorzio, se ne parlò i qualche rivisti di hifi, ma io ulteriori apparecchi sugli scaffali non ne ricordo....
A differenza di quanto avvenne con il DAT, al lancio delle formato DCC (commercialmente nell'autunno del 1992) fece seguito l'immissione di parecchi titoli pop-rock e di classica.
Quei nastri si possono ancora scovare, come rimanenze invendute, in qualche negozio di dischi o in rete.
Nella foto sotto un nastro, campionato a 44.1 Khz, distribuito ai rivenditori Marantz per le dimostrazioni del nuovo supporto.
I nastri DCC
Le cassette DCC presentano alcune differenze costruttive rispetto a quelle analogiche, così come alcune similitudini. Iniziamo da queste.
La larghezza del nastro è (ovviamente) la medesima, 3,78mm, larghezza divisa in due settori (uno per senso di scorrimento).
Il rivestimento magnetico il classico biossido di cromo, di spessore prossimo a 4 micron, lo spessore totale circa 12.
Le bobinette, altrettanto inevitabilmente, hanno lo stesso "passo" e le stesse dimensioni di quelle delle vecchie cassette.
La sostanziale differenza è invece data dalla non simmetria dei due lati (le DCC si inseriscono del lettore sempre e solo da un lato, le macchine sono tutte autoreverse) e sopratutto la copertura scorrevole, in metallo (non troppo diversa da quella dei flopy disck) che nasconde il nastro e aperura bobinette quando la cassetta non è inserita in un apparecchio dcc.
Questo rende i nastri DCC meno esposti alla polvere di quelli tradizionali, la custodia stessa delle cassette diventa inatti una semplice "foderina" scorrevole in cui si infila la cassetta stessa.
Nelle cassette DCC la registarzione avviene su 9 tracce per senso di scorrimento, 8 dedicate ai dati musicali e una per i dati di servizio (nelle DCC preregistrate appaiono infatti i titoli dell'album, della canzone, il nome dell'artista, ecc.) per un totale di 18 tracce, di larghezza individuale di 185 micron
Testine DCC
Abbiamo già accennato al fatto che una delle vere novità del formato DCC furono le testine utilizzate.
Nel dettaglio queste testine comprendono in un unico blocco due testine analogiche, per la sola lettura delle vecchie cassette, e 18 testine per la parte digitale.
9 sono utilizzate per la registrazione ed altrettante per la lettura dei dati.
La tecnologia che ha permesso di realizzare un gruppo testina così affollato in poco spazio è quella del film sottile, già sperimentata per i registratori multitraccia.
Non l'ho ancora detto, ma (anche per la compatibilità con i nastri analogici) le testine DCC sono fisse e la registrazione avviene longitudinalmente.
Un'altra caratteristica delle testine DCC è data dalla presenza di doppie guide che di fatto "blindano" l'azimuth al valore impostato in fabbrica, il che non è nemmeno del tutto una novità, visto che la stessa Philips aveva già fatto qualcosa di simile negli anni 70 con le tradizionali testine magnetiche.
Il PASC
L'altra novità del formato DCC fu l'utilizzo di una compressione dei dati provenienti dalla normale codifica PCM, sfruttando l'effetto di mascheramento che alcuni segnali (di data intensità, e data frequenza) causano a quelli più deboli.
Questa compressione prese il nome di "PASC" (Precision, Adaptive, Sub Band, Code)
Il "taglio" di informazioni è pari a circa il 75% del totale. (quindi fattore di compressione 4)
Giusto per chiarezza ricordiamo che il PASC costituisce di fatto il "layer 1" della codifica audio MPEG1, di cui il terzo layer è comunemente chiamato mp3
Registratori e Lettori
Abbiamo visto che gli apparecchi DCC sono tutti figli dei due colossi che hanno progettato il sistema, il loro numero non è elevato, vediamo di elencarli tutti.
Grundig:
DCC 305
La grundig ha spesso utilizzato i formati inventati da Philips. Questo deck è il fratello gemello del DCC 600 philips, colore dell'illuminazione display a parte......(giallo in questo apparecchio)
In passato, su molti forum ci sono pagine e pagine di discussioni, si è molto parlato delle modifiche che Grundig avrebbe effettuato su apparecchi di derivazione Philips. (CD sopratutto)
Nel caso del 305 io credo di escluderlo, la dicitura "made for Grundig in Belgium" scritta nel retro mi sembra molto chiara, appena mi sarà possibile tenterò un confronto tra i due.
Ha un vantaggio. Si riesce a comprare usato a meno del fratello.
Magnavox:
DCC 600
Questo apparecchio è esattamente il Philips DCC 600, con il "cognome" utilizzato negli usa
Marantz:
DD-82
Uno dei modelli top nel formato DCC. Leggermente diverso dai Philips 900 e Technics DC-10, ne riprende la meccanica (e parte dell'elettronica) ma con estetica molto differente. Listino oltre il milione e mezzo.
DD-92
Il registratore DCC più costoso che mi risulti sia stato venduto, quasi due milioni il listino del tempo.
Versione "lusso" del DD-82, si distingueva per la finitura champagne e i fianchetti in legno.
PDM-601
Versione "turbo" del philips 170, dotato di ingressi microfonici bilanciati (anche se tramite cannon 5 piedini, non esattamente standard) e di dorso batterie di maggiore capacità.
Il tutto inserito in una borsa in similpelle piuttosto resistente.
Optimus:
DCT-2000
Piuttosto raro, mi risulta non essere mai stato venduto in Europa. La meccanica, centrale, sembra la medesima del DCC 900 e DC-10, difficile dire altro.
Panasonic:
RQ- DP7
Lettore DCC portatile, ennesima variante del Philips 130
Philips:
DCC 850
Le prime foto di un apparecchio DCC che ho visto sulle riviste hifi riguardavano questo modello, esteticamente simile al deck analogico FC870. La meccanica era posta in posizione verticale.
Negli usa lo stesso apparecchio apparse con il marchio Memorex e, in color champagne, con quello Marantz. .Non ho mai trovato questo registratore in vendita nei negozi italiani.
DCC 900
Ecco il primo deck che ho potuto utilizzare in questo formato, il top di gamma della serie 900 Philips. Questo deck fu provato anche dalle riviste hifi, e fu quello che venne pubblicizzato maggiormente. Vi ricordate lo slogan "l'uovo e la gallina"? Quello li!
Esteticamente molto simile al technics RS-DC10 e costruito in Giappone, tradiva l'origine comune dei due apparecchi (diciamo pure che questo deck lo costruiva Matsushita....). Diversamente dai prototipi la meccanica ospitava la cassetta in posizione orizzontale.
Il primo prezzo di listino che venne riportato sulle riviste e sugli annuari fu di 1.250.000 lire.
Ne ho posseduti due, e, supportato dalle chiacchiere scambiate con altre persone che ne hanno avuto uno, mi sono fatto l'idea di una certa delicatezza del circuito di preamplicazione delle testine.
Se avete conferme o smentite della teoria scrivetemi.
DCC 600
Altro deck che si vide negli scaffali dei negozi (hifi, ma sopratutto mid-fi) italiani.
Il vano cassetta era, come per il DCC900, orizzontale, ma la cassetta veniva inserita "per lungo", con una meccanica differente da quella utilizzata dal fratello maggiore.
Ingressi ed uscite analogici e digitali elettrici, telecomando.
La provenienza (belgio) alcune soluzioni costruttive (viti) dimostrano che è questo il deck DCC "very Philips"
Con queste macchine e con gli apparecchi della stessa serie la philips abbandonò la larghezza (standard rack) di 42 cm che l'aveva distinta da quasi tutti gli altri costruttori hifi, passando a 44cm.
DCC 300
Deck formato midi (36 cm) coetaneo del DCC 600. Equivalente, anche nel prezzo..
DCC 450
Deck in formato mini, non ne ho mai provato uno, ma dubito che possa utilizzare meccanica ed elettronica differente dai fratelli più grandi.Questo apaprecchio si trovava anche sotto altro nome, in quanto inserito in una catena tutta a larghezza mini.
DCC 730
Seconda generazione di deck DCC per philips.
Questo è il modello che rimpiazza il DCC 600, ma è strutturalmente molto simile al DCC 951, sostituto del modello DCC900. Nel 1995 sugli annuari e sulle riviste hifi veniva riportato un prezzo di 769.000 lire.
Dispone di meccanica centrale (del tipo "turbo drive" quindi diversa da 600 e 900) costa meno, dovrebbe disporre di una conversione migliore (18 bit) ma per il formato dcc il tramonto sembra avvicinarsi. Ormai ci credono solo (e poco) Philips e Technics, da li a poco i primi CDR daranno il colpo di grazia.
DCC 951
Di fatto l'ultimo dcc realizzato da philips.
Stesse funzionalità del DCC 730, livrea differente, prezzo leggermente più alto: 879.000 lire
DCC 170
Uno dei registratori dcc più interessanti, anche oggi. Perchè?
Perchè un registratore portatile di buona qualità ha sempre qualcosa di utile da dire, sopratutto se lo trovate NOS a poco prezzo in qualche negozio di periferia.....
DCC175
Simiile al dcc 170 dispone di una uscita digitale con porta parallela per interfacciarsi ai PC. Interessante, forse uscito troppo tardi per salvare le sorti di questo formato.
DCC130
Primo portatile che ho visto in qualche negozio, legge solamente. (naturalmente sia le dcc che le cc) Questo lo rende assolutamente sconveniente rispetto ad un tradizionale walkman nel caso non si abbiano cassette digitali già registrate. Per collezionisti
DCC134
Ancora un player, un pò più compatto del DCC 130. Struttura simile ai 170-175
DCC930
Io non ne avevo mai sentito parlare, poi su un sito è apparsa anche una foto.
Di sicuro mai entrato ufficialmente in catalogo.
DCC180
Ancora uno sconosciuto. Anteprima (mai uscita) di riproduttore portatile
DCC811
Autoradio estraibile
Technics.
RS-DC10
Vedi Philips DCC-900 Anzi no, l'inverso......
RS-DC8
Deck un pò diverso dagli altri, meccanica verticale, estetica molto simile ai deck a cassetta Technics di quel tempo.
IN COSTRUZIONE